Il viaggio di Idelma e Michel

Quando ho detto alle mie amiche: “vado alle Maldive”,hanno commentato: “bellissimo posto” e abbiamo immaginato le spiagge bianche, il mare turchese, insomma lo stereotipo che abbiamo sempre visto nelle pubblicità. Invece arrivare all’isola di Dhangethi è stato tuffarsi non solo nel mare splendido con la sua spiaggia bianca, ma anche nella realtà di vita dei Maldiviani. Abbiamo camminato nelle strade di sabbia dell’isola incontrando persone che ci hanno sempre salutato con un sorriso, abbiamo assistito alle  partite di calcio dei ragazzi, visto le ragazze giocare a pallavolo durante il pomeriggio o alla sera, visitato la scuola con il suo magnifico giardino.

I ragazzi della guesthouse Shajindc e Muba, ci hanno accolto con entusiasmo e ci hanno sempre accompagnati ed accuditi durante le varie escursioni, in mare.  Sempre attenti alle bizze del tempo che variava velocemente, Medi, il capitano , ci  ha portato ad incontrare pesci di tutte le forme e colori lungo il reef: pesci pagliaccio, pesci chirurgo, “pesci juventini”, pesci trombetta e altri di cui non so i nomi. E che emozione quando abbiamo incontrato la tartaruga e il baby squalo. Dal catamarano mentre andavamo al banco di sabbia in mezzo al mare con il vento che gonfiava le vele abbiamo visto le razze eleganti e veloci che solcavano le onde.

Una sera verso il tramonto un’esperienza di pesca con l’amo: poveri pesci… destinati alla nostra cena gustata nel ristorante in riva al mare.

I giorni sono passati veloci riempiti dalle emozioni e dalle scoperte. Il tempo variabile ci ha permesso di vedere le mille sfumature del mare e del cielo: dal turchese al celeste al blu scuro e assicurarci una doccia calda fuori programma quando arrivava la pioggia. Allora tornavamo a “casa” nel bellissimo giardino, dove una buona tazza di the o caffè erano sempre pronte, insieme alla piacevole compagnia.

E che dire della natura rigogliosa, delle starne che sostano sulla spiaggia, la gru alla ricerca del cibo, dei pipistrelloni che puntuali si facevano vedere al tramonto.

Dangheti ci ha lasciato un ricordo speciale dove culture diverse si incontrano e convivono, dove l’umano e la natura sono a stretto contatto e di come sia fragile questo legame che richiede cura e rispetto.

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